martedì 23 settembre 2008

LA DESTRA AREZZO SULL'AREA LEBOLE

La nostra città credo sia uno dei pochi esempi nazionali , ma forse oserei dire anche internazionali, in cui l’urbanistica è una disciplina impropria , è una sorta di materia masticata ma non certo applicata in tutta la sua scientificità o cultura.
Si legge ,parlando della Lebole e di altri comparti , che la Lebole è argomento di grande strategia per il futuro del territorio e del suo sviluppo economico , che l’Interporto che si deve dotare di volumetrie di corredo alla grande opera infrastrutturale perché così possa essere fruibile dagli utilizzatori , ed infine l’altro argomento è l’urbanizzazione a nord come esempio di comparto ideale moderno e funzionale alle esigenze di una città che sta al passo con gli eventi, non dimenticando che l’altra settimana era l’aeroporto l’argomento del momento.
Tante buone intenzioni ma manca un filo conduttore , quel filo conduttore che stranamente si chiama urbanistica o per meglio dire, visto l’ampio raggio di azione , dovremmo dire più correttamente pianificazione territoriale.
Questo piano Strutturale che doveva essere il grande progetto di città esemplare,moderna, ambiziosa ,per cui dovevamo scomodare i più grandi architetti come Boigas krier ed infine Calthorpe , dove è finito ? probabilmente si è perso per strada ed il risultato finale si rivelerà un grande pasticcio all’italiana, un pathcwork fatto di varianti variatine ad hoc che sono servite ad accontentare le piccole e grandi clientele,le associazioni i gruppi di potere, sia di una che dell’altra specie e la città sarà sempre meno dei suoi cittadini, che al contrario dovranno assistere a trasformazioni che tutto rappresentano fuorché le proprie istanze .
Ma la cosa più deprecabile è la continua attribuzione di colpe relative al Piano Strutturale ,colpe che rimbalzano da uno schieramento all’altro , quando entrambi gli schieramenti hanno avuto l’opportunità di appropriarsi di questo strumento nei tempi e nei modi opportuni per realizzare un vero progetto di città ,ed il limite è stato che manca la volontà nel realizzare un progetto di città che appartenga ai propri cittadini, un luogo fatto di cultura e buon senso, un opera che restituisca ambizione e prestigio , e quindi come non si può condividere le perplessità del il primo cittadino che al di là di chi gli tira la giubba cerca di realizzare un obbiettivo che appartenga a tutti al di fuori dalle opportunità politiche e dagli interessi dei diversi poteri .
Quanto vorrei sentire parlare di connessioni urbanistiche e architettoniche ,oppure di organizzazione della città pubblica, di rapporto tra progetto verticale e orizzontale (architettura – viabilità) di relazione tra i servizi, di sinergie spaziali riferite all’eco sistema , riflettere nella scelta tra città lineare o circolare, la città come luogo della festa collettiva perché in fondo forse le città è per questo che sono nate , fenomeni e temi che appartengono alla scala del soggetto di cui ci occupiamo, pensare ed agire in una scala che non si ferma al comparto ed ai suoi rapporti edificabili ma che va ben oltre.
Personalità importanti del centro destra sono una vita che si riempiono la bocca con il concetto di territorio ,dell’argomento ne hanno fatto una bandiera ed un tema costante nei dibattiti e nei comizi ,territorio e filiera , argomento questo che ha rappresentato esclusivamente un ottimo slogan elettorale , nient’altro , altrimenti sarebbero in prima linea di fronte a scelte così importanti e con proposte concrete da esibire.
Vorrei ricordare a qualcuno che con me, tanti anni fa diede vita ad un movimento cittadino in virtù del grande amore per la propria terra , un movimento che non doveva permettere condizionamenti partitici che avrebbero compromesso e prevaricato l’interesse dei cittadini , doveva essere un movimento di Apoti come diceva Prezzolini , un movimento oltre la politica e le sue segreterie , un movimento che tutelava e consegnava alle generazioni future quello che ci proveniva dal passato possibilmente migliorando la qualità di questo grande patrimonio , una responsabilità etica morale che non consentisse di compromettere l’interesse generale della città, e quindi ora è arrivato il momento di dimostrare tanto attaccamento al territorio e alla propria città impegnandosi affinché le scelte che farà questa comunità siano quelle giuste per i cittadini che ne fanno parte.


Arch.R.Severi -vice portavoce della Destra







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