domenica 16 marzo 2008

NO AL CENTRO ISLAMICO A MONTEVARCHI

"La Destra è pronta alle barricate per dire NO al centro islamico di Montevarchi - con queste parole inizia una nota di Cristiano Romani, portavoce provinciale del partito di Francesco Storace che,insieme a tutto il direttivo de La Destra Arezzo prende posizione sul tema del giorno a Montevarchi-. Scenderemo in piazza, raccoglieremo firme, incontreremo la gente, protesteremo ma,il centro islamico a Montevarchi non si deve fare. La cosa che indigna di più, è che questo centro sarebbe sovvenzionato con soldi pubblici. Diamo i soldi agli islamici e non sosteniamo le famiglie italiane che non arrivano a fine mese; che razza di stato sociale è questo? E inoltre-prosegue Romani-,che regole sono state fissate per la creazione di questo centro islamico; abbiamo la garanzia che li non si fanno incitamenti al terrorismo; le prediche vengono dette in italiano o in arabo; le persone che frequentano questo centro hanno dimostrato di essersi integrati perfettamente oppure c'è tra loro anche qualche estremista? Stupisce che l'opposizione a Montevarchi debba valutare il caso; noi de La Destra assumiamo fin da subito una posizione chiara,No al centro islamico. I nostri vescovi, missionari di pace e gente cattolica in genere,nei paesi islamici viene uccisa per la religione in cui credono e crediamo; dimostrino, gli islamici, nei loro paesi, di volere una reale integrazione religiosa e allora,anche qua in Italia, potremmo costruire e tollerare moschee e centri islamici. Nei prossimi giorni -conclude Romani- saremo nelle strade e nelle piazze di Montevarchi per essere al fianco della gente per gridare un No forte e chiaro la centro islamico."
Il Coordinamento provinciale de La Destra informa che domani 17 Marzo 2008, dalle ore 9 alle ore 13, il partito sarà a Foiano, nella sede del maercato settimanale, per la campagna elettorale.

2 commenti:

Antonella ha detto...

1' Chiesa cristiana nella penisola araba!!!!!!!!!

» 17/03/2008 09:12
QATAR
In 15mila alla prima messa celebrata nella chiesa a Doha
Dedicato a Nostra Signora del Rosario, l’edificio fa parte di un complesso dedicato alle diverse confessioni cristiane. Il vice prima ministro del Qatar parla di “Positivo messaggio rivolto al mondo”, il nunzio auspica l’istituzione di rapporti diplomatici con Arabia Saudita ed Oman.
Doha (AsiaNews/Agenzie) – Erano in 15mila alla prima messa “ordinaria” celebrata nella chiesa di Nostra Signora del Rosario, a Doha, sabato, dal cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione. Il giorno prima, lo stesso porporato aveva consacrato quella che è la prima chiesa dello Stato del Golfo.
I fedeli sono arrivati fin dal primo mattino, ma l’edificio, che pure può ospitare 5mila persone, non li ha potuti contenere: a migliaia, così, hanno partecipato al rito dall’esterno. Stretto il servizio d’ordine, con decine di poliziotti che hanno controllato i partecipanti, forse nel timore che avessero seguito le proteste contro la costruzione della chiesa, elevate nelle settimane scorse da alcuni gruppi di fondamentalisti musulmani. Il rito è stato celebrato in inglese, preghiere sono state pronunciate anche in arabo, urdu, indi, tagalog, spagnolo e francese, lingue della maggior parte dei presenti.
La chiesa di Nostra Signora del Rosario è la prima di un gruppo di edifici sacri cristiani che il sultano ha permesso di costruire: a quella cattolica, ne seguiranno altre per anglicani, copti, ortodossi e indiani. “Un positivo messaggio rivolto al mondo”: così il vice primo ministro del Qatar Abdullah bin Hamad al-Attiyah ha definito Nostra Signora del Rosario.
Analoghe considerazioni da parte del nunzio mons. Paul-Munjed al-Hashem, il quale ha anche espresso l’auspicio che si possano presto stabilire rapporti diplomatici con Arabia Saudita ed Oman, gli unici Paesi del Golfo che non hanno normali relazioni con la Santa Sede.

Cristiano Romani ha detto...

cara antonella,
grazie per aver scritto nel blog de la destra arezzo. sono molto contento che in qatar si inauguri la prima chiesa cristiana,ma come tu capirai, il percorso di libertà religiosa nei paesi arabi e musulmani è ancora molto impervio;infatti pochi giorni fa, un sacerdote cattolico è stato barbaramente ucciso.
credo nel concetto di reciprocità, se loro faranno costruire chiese a noi nei loro territori,noi saremo ben felici di far costruire moschee o i loro luoghi di culto qua; e cmq,in ogni caso, chi viene in italia, deve rispettare le leggi e lavorare. Noi nn possiamo più raccogliere la miseria del mondo; di miseria c'è nè gia tanta qua da noi che basta e avanza.
cordialmente
cristiano romani
portavoce provinciale la destra arezzo